Nuovo Codice della Strada: anche FIAB Südtirol Alto Adige prende posizione contro il nuovo disegno di legge

Nuovo Codice della Strada: anche FIAB Südtirol Alto Adige prende posizione contro il nuovo disegno di legge

Care lettrici, cari lettori, care amiche e amici appassionati della bicicletta,

la proposta di legge del nuovo Codice della strada ci preoccupa come ciclisti e come utenti della strada, oltre che come cittadini. Vogliamo esprimere la nostra contrarietà e condividere le nostre preoccupazioni.
Quindi, sulla scia della discussione avvenuta durante l’assemblea generale del 10 aprile 2024, abbiamo approfondito gli elementi di novità della norma e raccolto qualche dato utile a farci capire la dimensione delle ricadute. Per coloro che non fossero stati presenti alla nostra assemblea, ricordiamo che il disegno di legge è stato approvato dalla Camera dei deputati a marzo 2024 ed è ora in discussione presso il Senato. L’iter di approvazione non è terminato e speriamo che il testo possa essere ancora modificato e migliorato.

Secondo i più recenti dati pubblicati da Istat riferiti al 2022, il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta a 46,3 nella Ue27 e a 53,6 in Italia, che passa dal tredicesimo posto al diciannovesimo nella graduatoria europea. Una nota particolarmente negativa continua ad essere la quota di bambini da 0 a 14 anni vittime in un incidente stradale, in aumento rispetto al 2021.
In Italia il tasso di motorizzazione è fra i più alti, oltre 650 auto ogni 1000 abitanti (mentre in Spagna sono rari i comuni che ne contano 500[1]). Spostandoci in Alto Adige invece il tasso di motorizzazione sale a 935 auto ogni 1000 abitanti, secondo solo alla Valle d’Aosta.
Il 73,4% degli incidenti avviene su strade urbane (in aumento del 9,8% rispetto al 2021) di cui il 23% a causa dell’alta velocità[2].

Nel nuovo codice, nelle strade urbane ad unica carreggiata con limite di velocità a 30 km/h (c.d. strade E-Bis) la segnaletica non sarà più sia verticale che orizzontale, ma solo verticale. Questo renderà la strada meno riconoscibile e quindi meno sicura.
La zona di attestamento ciclabile (la cosiddetta “casa avanzata”) riservata alle bici che possono fermarsi prima del semaforo e attendere il verde, potrà ora essere realizzata solo su strade a una corsia, limitandone sensibilmente l’utilità e costringendo i ciclisti a condividere la corsia con gli altri mezzi di trasporto anche pesanti.
Non sono inoltre chiari i casi in cui sia obbligatorio prevedere le piste ciclabili ad uso esclusivo delle bici o le corsie ciclabili ad uso promiscuo con altri veicoli, limitando di fatto la costruzione di ambienti sicuri per i ciclisti.

Ne consegue che da un lato si ostacolano le infrastrutture della mobilità sostenibile, dall’altro si scoraggia la scelta individuale delle persone verso la bici come mezzo semplice, comodo e versatile, in primis per il maggior rischio e, inoltre, a causa di un non meglio identificato sistema di identificazione delle biciclette, del tutto paragonabile a targhe. Si tratta di effetti in piena contraddizione con l’evoluzione dell’ambiente stradale degli ultimi decenni e che continua in tutta Europa.

Portiamo, in ultimo, l’esempio del limite di velocità nelle aree urbane. Nel nuovo codice, con la delega al governo di stabilire il limite in una specifica area circoscritta (anche a livello comunale), si rischiano interferenze politiche su un tema puramente tecnico e di sicurezza, che andrebbe discusso nelle sedi più prossime a seconda dell’area interessata.
È opportuno ricordare che pedoni e ciclisti sono definiti per legge come “utenti vulnerabili”. Per loro, la probabilità di sopravvivenza in caso di incidente a 30 km/h è del 90%, mentre scende al 40% a 50 km/h.

Leggendo i dati proposti e le previsioni della nuova norma nell’ottica degli obiettivi UE “zero-death by 2050”, il concetto di sicurezza sembra essere interpretato in questa riforma in modo semplicistico e strumentale: si traduce in una corsa a ostacoli pericolosi per chi invece concretamente e quotidianamente contribuisce ad un sano stile di vita, a sostegno della protezione ambientale e, come conferma l’UE, che giova finanche all’economia.

Uscendo infatti dai confini nazionali, ci solleva la notizia che qualche settimana fa il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo hanno firmato la Dichiarazione Europea sulla ciclabilità.

Queste istituzioni legiferano e indirizzano le politiche da attuare nei Paesi, nelle regioni e nelle province europee e con questa dichiarazione riconoscono chiaramente la bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile, accessibile, inclusivo, economico e salutare, con un forte valore aggiunto per l’economia dell’UE e sancisce una serie di principi volti ad orientare l’azione politica in favore della mobilità ciclistica.

Si tratta di una buona notizia per noi che, non solo amiamo questo mezzo di trasporto, ma che proviamo nel nostro piccolo a creare condizioni favorevoli per un suo utilizzo più diffuso e sicuro.

Per chi volesse approfondire, questo il link alla Dichiarazione, ma sintetizziamo di seguito i suoi principi:

  • sviluppo e rafforzamento delle politiche sulla mobilità ciclistica
  • Incoraggiamento a una mobilità inclusiva, salutare e a prezzi accessibili
  • Realizzazione di maggiori e migliori infrastrutture ciclabili
  • Incremento degli investimenti e instaurazione di condizioni favorevoli
  • Aumento della sicurezza stradale
  • Sostegno ai posti di lavoro di alta qualità e allo sviluppo di un’industria europea della mobilità ciclistica
  • Sostegno alla multimodalità e al cicloturismo

Una notizia che, come detto, rappresenta un motivo di speranza e ci incoraggia a perseguire il nostro lavoro a sostegno della bicicletta e dell’ambiente, con le nostre iniziative e altre, come ad esempio Il Codice della Strage (https://www.codicedellastrage.it), ironicamente battezzata in questo modo per criticare la modifica al Codice della Strada e che ha già visto coinvolta la FIAB nazionale e molti esponenti della nostra realtà.

Il Direttivo di FIAB STAA.

FONTI:
https://fiabitalia.it/lue-adotta-la-dichiarazione-europea-sulla-ciclabilita
https://www.asaps.it/79422-_sicurezza_stradale_consiglio_europeo_per_la_sicurezza_dei_trasporti_etsc_pin_fl.html
https://unric.org/it/sicurezza-stradale-una-responsabilita-condivisa
https://web.aci.it/mobilita/sicurezza-stradale
https://www.codicedellastrage.it/commento_cds.pdf


[1] Fonte: Eurostat

[2] Fonte: Andrea Colombo, https://www.codicedellastrage.it. ISTAT-ACI 2022; Polizia stradale 2023; OMS-FIA-WB

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